IMU e TASI abitazione in comodato

Per effetto della Legge di Stabilità 2016, a decorrere da quest’anno cambiano le regole per l’IMU e la TASI dovute sull’abitazione concessa in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado. Viene riconosciuta la riduzione del 50% della base imponibile per il calcolo dell’IMU e della TASI sull’immobile (non di lusso) concesso in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado, utilizzato da questi come abitazione principale. L’agevolazione è concessa solo se vengono rispettate determinate condizioni.

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Accertamento Studi di Settore….Una altra vittoria per il contribuente

L’agenzia delle Entrate di Frosinone, sulla base degli Studi di Settore, accertava per l’anno 2009 nei confronti della Società Cooperativa A.S., maggiori ricavi per Euro 182.199,00 a fronte di una perdita dichiarata di Euro 127.915,00. La Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone con sentenza n. 892/2015 del 10 novembre 2015, accoglieva il ricorso prodotto dalla Società Cooperativa A.S., difesa dal Dott. Ennio Mancini, ritenendo fondate l’eccezioni sollevate dalla ricorrente, circa i vizi di motivazione dell’atto impugnato e l’inapplicabilità degli Studi di settore nei confronti della  Società Cooperativa a Mutualità prevalente. In estrema sintesi ” è stato osservato che il legislatore non si fida del semplice risultato matematico-statistico,scaturito dagli Studi di Settore, ma vuole qualcosa di più e richiede che i risultati siano supportati e che gli stessi non vengono passivamente accettati, ma criticamente valutati, calandoli nella realtà dell’impresa esaminata“.

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Sanzione fissa per il reverse charge

E’ stato pubblicato sul Supplemento ordinario alla GU n. 233 del 7 ottobre 2015 il Dl n. 158/2015 sulla revisione del sistema sanzionatorio penale e amministrativo. Il decreto, entrato in vigore il 22 ottobre scorso, modifica l’articolo 6 del DL n. 471/97 riscrivendo i commi da 9 bis a 9bis 3 in tema di reverse charge. La nuova norma, stabilisce una sanzione fissa da un minimo di 500 euro a un massimo di 20 mila euro, quando il committente registri, solo ai fini delle imposte dirette, il documento e non osserva gli adempimenti connessi con l’inversione contabile.

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La Corte di Cassazione salva gli atti firmati dai dirigenti illegittimi

La Corte di Cassazione salva gli atti firmati dai dirigenti illegittimi dell’Agenzia delle Entrate decaduti a seguito della sentenza n. 37/2015 della Corte costituzionale. Le cause di nullità degli accertamenti fiscali previste dalla legge sono tassative e tra queste non rientra la necessità che i funzionari rivestano qualifica dirigenziale. Gli unici atti che possono essere annullati sono quelli emessi a seguito di delega impersonale, che riporti cioè solo la qualifica del delegato e non anche il suo nominativo (sentenze nn. 22800, 22803 e 22810).

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Sospensione cartelle Equitalia

Il Dl n. 159/2015 ha modificato le regole sulla sospensione legale della riscossione. In base alla normativa attualmente vigente, il contribuente raggiunto da un atto ritenuto indebito può richiedere il blocco delle procedure di riscossione nelle ipotesi di: intervenuta prescrizione; decadenza o pagamento del credito antecedente alla formazione del ruolo; ottenimento di sgravio emesso dall’ente creditore; annullamento o sospensione dell’atto; qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito. Al fine basta redigere un’autodichiarazione in cui si espongono una delle cause elencate.

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Agevolazione immobili- la ditta individuale può estromettere in modo agevolato l’immobile strumentale

Entro il 31 maggio 2016 si potrà estromettere il bene strumentale dal patrimonio in modo agevolato: un emendamento presentato dai relatori alla legge di stabilità per l’anno 2016 lo prevede espressamente. L’emendamento prevede che l’imprenditore individuale che alla data del 31 ottobre 2015 possiede beni immobili strumentali di cui all’articolo 43, comma 2 del Dpr 917/86, può optare entro il 31 maggio 2016 per l’esclusione dei predetti immobili dal patrimonio dell’impresa.

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Studi di settore Com.Trib.di Frosinone boccia l’ Agenzia delle Entrate

Nel caso di speci trattasi di un avviso di accertamento da ” Studi di Settore “ emesso dall’Agenzia delle Entrate di Frosinone nei confronti di una s.r.l;accertando per l’anno 2008 maggiori ricavi per Euro 119.924 a fronte di un reddito dichiarato di Euro 3.863. In sintesi la Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone, con sentenza n. 759/03/14 del 04 giugno 2014, ha accolto il ricorso  prodotto dalla F.V. s.r.l. difesa dal Dott. Ennio Mancini, in quanto ha tenuto conto della situazione oggettiva della Società ricorrente, ovvero nel Comune ove la stessa svolge la propria attività.

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Società tra professionisti. Novità !!

L’Irdcec ha approfondito la problematica riguardante la disciplina civilistica delle nuove Società tra professionisti (Stp). Nella circolare  n. 33/IR del 31 luglio 2013 viene analizzata l’iscrizione nel Registro delle imprese e nell’Albo professionale; solo dopo la conclusione delle operazioni di iscrizione, la Stp può iniziare l’esercizio dell’attività professionale. Nella circolare n. 34/IR del 19 settembre 2013 si analizzano, invece, gli aspetti fiscali e previdenziali. Sotto l’aspetto previdenziale le società commerciali sono soggette alla previdenza obbligatoria prevista per le imprese; tuttavia, poiché le Stp producono reddito di lavoro autonomo sono soggette al regime contributivo previsto dalle rispettive casse di revidenza. L’inquadramento del reddito della Stp nell’ambito della categoria dei redditi di lavoro autonomo o di quella dei redditi di impresa ha rilevanza ai fini dell’assoggettamento dei soci professionisti alla contribuzione soggettiva prevista dalle norme che regolano le Casse di previdenza delle categorie professionali di appartenenza dei soci stessi. Sia i soci professionisti sia quelli non professionisti sono soggetti al contributo integrativo

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Non paga l’imposta IRAP il professionista che si avvale di dipendenti part time

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 22020 del 26 settembre 2013 torna a parlara di debenza IRAP. Lo fa rigettando il ricorso proposto dall’Amministrazione Finanziaria contro la CTR Puglia. Secondo i giudici non può essere accolta la tesi secondo la quale per autonoma organizzazione si debba intendere una struttura capace di produrre di per sè solo reddito, prescindendo dall’apporto del professionista o del lavoratore autonomo, in quanto tale tesi escluderebbe dall’applicazione dell’IRAP quasi tutte le attività professionali e di lavoro autonomo. La Corte ritiene che non può esserci automatica imposizione del tributo al lavoratore autonomo che disponga di un dipendente; spesso il dipendente non accresce la capacità produttiva del professionista. E’ il giudice a dover accertare in concreto se la struttura organizzativa costituisca elemento potenziatore ed aggiunntivo ai fini della produzione del reddito.

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